Una storia da scoprire
11.9.2012 - A fine agosto, Alpidio Balbo è stato ospite del Grest (Gruppo estivo) organizzato dal Punto d'incontro "Cilla" di Merano all'ex dopolavoro ferroviario di Sinigo. Uno dei ragazzi del Grest, Lorenzo Zacchini, ha raccontato l'incontro con il fondatore del GMM sul giornalino "Quo vadis".
Il 24 agosto 2012 è venuto a far visita al Grest Alpidio Balbo, commerciante e missionario di Merano. Fino all’età di 38 anni visse una vita molto ribelle e non fu per nulla religioso. Nel 1969 ebbe un gravissimo incidente stradale a seguito del quale riportò gravi traumi cerebrali e la temporanea paralisi delle gambe. Venne ricoverato nei maggiori ospedali d’Italia per un anno intero. In quei lunghi mesi egli rifiutò più volte le benedizioni dei sacerdoti che lo davano ormai per spacciato. Nonostante ciò Dio volle comunque salvarlo e questa fu la chiave di volta per il suo cambiamento. Quando si fu ripreso completamente venne convinto dai parenti a passare una vacanza a Lomè, nel Togo. Prima di partire un prete gli diede una lettera da dare a una suora nello stato confinante per conto della madre. In Togo andò soltanto come turista, ma il 4 marzo 1971, ormai sul finire delle sue vacanze, volle mantenere l’impegno che aveva preso con se stesso quando stava male. Infatti, durante il suo ricovero, aveva promesso che in caso di una sua guarigione avrebbe fatto qualcosa per i bambini africani. Quel 4 marzo egli arrivò a Bohicon, una cittadina dello Stato africano del Benin, che allora si chiamava Dahomei. In quel luogo raggiunse un piccolo ospedale infantile gestito da suore, tra le quali la destinataria della lettera, dove sei bambini morirono sotto i suoi occhi per mancanza di medicine che in Europa sono abbastanza comuni ed economiche. Questo fatto lo sconvolse a tal punto che poco tempo dopo, al viaggio seguente, portò una grandissima quantità di medicine grazie alle quali molti bambini africani vennero salvati. Quando i bambini ricoverati seppero del suo arrivo si misero tutti a ballare e a danzare pur essendo gravemente ammalati. Al momento di lasciare quel luogo, tutte le suore erano andate a salutarlo, ma Alpidio si accorse che ne mancava una e così dopo averla cercata, la trovò piangente accanto ad un bimbo. Li le promise che sarebbe tornato e, pur non essendone certo in quel momento, mantenne la promessa e tornò. Da quel momento cominciò a fare il missionario cosa che, solo un anno prima, gli sarebbe sembrata impossibile. Inizialmente non era molto organizzato e così commise alcuni errori, ma, successivamente, divenne sempre più esperto riuscendo così a compiere missioni sempre più efficaci. Tanti furono gli episodi, alcuni belli ed alcuni brutti, che caratterizzarono i suoi viaggi. Un esempio fu quando si trovava seduto su una panchina in Africa e molti africani gli chiedevano l’elemosina. Ad un certo punto, si accorse di non avere abbastanza soldi per tutti. Perciò si mise una mano sul viso e sperò che se ne andassero. Rimase in quella posizione per almeno dieci minuti e poi alzò gli occhi e, proprio in quel momento, passò una ragazza col gesso alla gamba accompagnata da sua madre. Queste si avvicinarono a lui e gli raccontarono ciò che era successo alla ragazza e gli chiesero dei soldi per poter toglierle il gesso e per operare la sua gamba. Balbo, che conosceva anche il primario dell’ospedale, le diede il denaro necessario per pagare l’operazione ed un taxi per raggiungere l’ospedale. Dopo un po’ andò a controllare come stava la ragazza e, dopo averla cercata per un po’, la trovò. Ella si trovava nel letto senza il gesso tutta felice: le avevano tolo il gesso, peccato che la sua gamba fosse piena di vermi. L’infermiera svenne all’istante e Balbo a momenti non fece la stessa cosa. Questa ragazza venne poi operata e tutto andò bene, ma questo come tanti altri episodi, sembrò un segno di Dio.
Balbo ormai è arrivato al traguardo di 100 viaggi in Africa coronati dalla costruzione di centinaia di pozzi e dalla costruzione di moltissime scuole ed ospedali soprattutto in Togo, Benin, Ghana e Burkina Faso.
La straordinaria vita di Balbo dimostra che anche da una pianta apparentemente cattiva possono nascere frutti buoni e che il Signore ha un disegno di vita per ognuno di noi. Sta a noi ascoltarlo e seguirlo. Balbo l’ha fatto.
A me personalmente ha colpito molto l’emozione con cui Balbo ha raccontato la sua storia nonostante l’abbia già raccontata chissà quante volte. Inoltre lo giudico una persona straordinaria, che ha saputo cogliere le occasioni offertegli da Dio in modo altruista.
Lorenzo Zacchini
Nelle foto: Alpidio Balbo al Grest e l'autore dell'articolo, Lorenzo Zacchini
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