Era il 2 dicembre 1949 quando l’assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione per la soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione.
Dalla denuncia delle condizioni di sfruttamento dei lavoratori della Firestone in Liberia, alla prostituzione e tratta di donne, fino ad uno storico ‘mea culpa’ della Chiesa africana nel 2003: per ripercorrere un breve tratto della strada delle schiavitù.
Gli articoli nel sito di Nigrizia:
Firestone: il marchio della schiavitù
Un rapporto compilato da Save My Future Foundation (Samfu) svela la disastrosa situazione ambientale e le terribili condizioni di lavoro e di vita nella piantagione di caucciù della Firestone in Liberia.
Firestone: denunciata da sindacato Usa
È una denuncia in nome di tutti i lavoratori della “Firestone Plantation” di Harbel in Liberia. Consegnata alla Corte di giustizia della California pochi giorni fa, è firmata dal sindacato statunitense International Labor Rights Fund (ILRF) e da 35 lavoratori in totale anonimato.
Le libertà violate
Il Rapporto 2005 di Amnesty International. Nel mirino dell'annuale relazione di Amnesty International molti abusi e impunità commessi in Africa: dallo Zimbabwe al Sudan, dall'Rd Congo all'Uganda.
Lucciole nere
Giovani, nigeriane, schiave. Una delle forme di sfruttamento più diffuse riguarda la tratta di giovani donne destinate al mercato della prostituzione, fenomeno che coinvolge da vicino Nigeria e Italia.
La Camera approva una risoluzione sul lavoro minorile
La Camera dei Deputati italiani ha votato il 30 gennaio 2003 una risoluzione sui ‘piccoli schiavi’ e contro il lavoro minorile.
Il 'mea culpa' della chiesa d’Africa
I vescovi africani, riuniti a Dakar il 5 ottobre 2003, nella XIII assemblea plenaria dell’episcopato d’Africa e del Madagascar, ammettono le colpe della chiesa africana nella tratta degli schiavi e chiedono perdono.