Liberta è un'amicizia
20.11.2009 - Aicha ha 18 anni, limpidi occhi scuri ed un sorriso dolce che neanche il carcere, dove è stata rinchiusa per tre anni, è riuscito a spegnere. Da alcuni mesi è tornata a casa su cauzione, grazie alla determinazione di una ragazza poco più vecchia di lei, Antonia Fasoli, studentessa universitaria di Bleggio, in Trentino, che insieme al padre Franco e Alpidio Balbo, l’ha incontrata durante una visita nel carcere in occasione di un viaggio in Benin. Quello che segue è il racconto di questo incontro straordinario.
Durante le tre settimane in cui ho viaggiato con mio padre, papa Balbo e Bachirou per il Benin ho conosciuto persone straordinarie e con alcune si è instaurato un legame speciale. È di una di queste persone che vorrei parlare perché credo sia importante raccontare la sua storia, anche perché si tratta di una ragazza come me, a cui piace leggere, uscire con gli amici, giocare a basket e ascoltare la musica hip pop.
Aicha ha compiuto 18 anni il 27 aprile, un traguardo importante che ha potuto festeggiare con la sua famiglia, a casa sua finalmente, dopo che per tre anni questa occasione non ha mai potuto essere vissuta, come invece è stato per me e come dovrebbe essere per tutti i ragazzi del mondo, in serenità e spensieratezza.
Aicha ha vissuto per tre anni nella sezione femminile del carcere di Parakou dove era stata rinchiusa con tutta la sua famiglia, vittima di un uomo che quando lei aveva solo 14 anni ha tentato di adescarla, rapirla dal suo villaggio per venderla. Ma lei era stata fortunata, aveva capito che qualcosa non andava e anziché accettare l’invito era corsa a casa e aveva raccontato tutto alla mamma e questa al resto del villaggio. Quando poi quest’uomo è stato preso e giustiziato dalla comunità del villaggio, le accuse sono cadute su Aicha e la sua famiglia, considerati i mandanti e incarcerati senza processo e senza possibilità di spiegazioni dal giorno alla notte.
Ora, grazie all’intervento del Gruppo missionario, Aicha ha ricominciato ad andare a scuola, sta seguendo un corso di informatica e, il pomeriggio, segue gli allenamenti di basket assieme al fratello che studia giurisprudenza all’università. Il papà di Aicha ha trovato un lavoro e fra un po’ anche l’altro fratello maggiore potrà essere scarcerato e tornare a vivere dopo tre anni, quasi quattro ormai, passati all’inferno, in condizioni disumane che non mi riesce neanche di descrivere.
Sono sei mesi, ormai, che sono tornata in Italia, studio, esco con gli amici, sono tornata alla vita di sempre, ma tutto ha un gusto diverso, perché so che, ogni sabato sera, verso le 7, il mio cellulare suonerà per qualche secondo e io, per un attimo, sarò di nuovo là, accanto alla mia amica mentre insieme scherziamo al pub caraibico di Parakou, bevendo assieme una coca cola ghiacciata e ridendo per le battute e gli schiamazzi delle cameriere,
E così, e solo così, tutto riesce ad avere senso.
Antonia Fasoli
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