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Un film a colori

11.2.2012 - Stasera, nella nostra parrocchia di Santa Croce, a Torino, ho sentito l'amico Alpidio Balbo parlare della sua esperienza di missionario laico in Africa.
È da oltre vent'anni che attendo con impazienza questo nostro appuntamento annuale, per saziarmi dei suoi racconti. Ma questa è la prima volta dopo il viaggio che ho avuto l'onore di effettuare in Benin, dal 7 al 20 Novembre 2011, col GMM. Ed è tutta un'altra storia.
Sapevo che quest'avventura mi avrebbe cambiata dentro, nel profondo, ma – come in tutti i mutamenti – ci vuole un periodo di assestamento prima di guardarsi alle spalle e poter apprezzare le differenze.
Al rientro dall'Africa ero stanca, ma felice; anzi, entusiasta a tal punto, da non sentire neanche più la stanchezza. Sono tornata sicuramente un po' più inquieta, perché si ha sempre la sensazione di non fare mai abbastanza per quella povera gente; ma allo stesso tempo ero più serena, perché ci si rende conto che al confronto noi siamo immensamente fortunati e che anche quel poco che riusciamo a fare, lì può valere tanto.
In Benin ho imparato il vero significato del “noi”, perché lì si condivide tutto, nel bene e nel male: si mangia, si ride, si lavora, si discute e si soffre, sempre insieme. E se da una parte questo può aiutare a darsi coraggio e a sostenersi vicendevolmente, dall'altra può creare dei problemi, perché ciascuno ha le sue esigenze ed i suoi modi di pensare, che non sempre collimano con quelli degli altri. E' proprio allora che entra in gioco la dinamica del “Noi”, quando riconosco che Tu sei diverso da Me, che entrambi abbiamo dei pregi e dei difetti, ma che – nonostante tutto – solo Insieme possiamo essere una forza più grande, per aiutare davvero l'Altro.
Oggi, mentre tutti ascoltavano Alpidio e le sue straordinarie avventure africane, io avevo la sensazione che stessero vedendo un film in bianco e nero: una di quelle meravigliose e commoventi pellicole mute degli anni '20, che avevano sempre al termine una sorta di morale. Ebbene, da quando sono stata in Africa col GMM, il mio film si è riempito di milioni di colori, suoni, odori e percezioni: l'intensità della luce solare che sovente ti costringe a strizzare gli occhi, il suono dei tamburi, la risata dei bambini, il gusto della frutta fresca africana, lo sguardo dolce delle mamme, lo splendore dei fiori e delle piante del Benin, il fresco sulla pelle dell'armatàn (la nebbia mattutina)... Una serie inenarrabile di ricordi.
Oggi, quando Alpidio parla, so dare un volto alla maggior parte delle persone di cui racconta, so riconoscere i luoghi, le emozioni e le condizioni di vita, semplicemente perché li ho visti coi miei stessi occhi e vissuti sulla mia pelle. E, a distanza di mesi, ancora mi riecheggiano nel cuore, come se tutto fosse accaduto solo ieri.
Per questo credo che sia importante trasmettere quanto più possibile alla gente la propria testimonianza missionaria: perché la vita è un film a colori e l'esperienza africana non può e non deve essere un'immagine lontana da noi e sbiadita dal tempo.

Valentina Soldo

Nella foto, Valentina Soldo con Alpidio Balbo.
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