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21.02.2011

Sulla via del ritorno

Sta per concludersi il viaggio di Fabrizio, Paola e Beatrice in Benin e Togo, che ci hanno inviato la cronaca degli ultimi due giorni, prima del ritorno in Italia.
19 febbraio - Salutati Padre Gaetano, Padre Gilvert (peruviano) e Padre Benjamin (beninense), siamo tornati in Benin, dove ci siamo concessi una parentesi culturale, visitando il museo di Ouidah, dov'è possibile ripercorrere a grandi linee il dramma della deportazione degli schiavi. Quindi per mescolare la cultura al feticcio, siamo andati al tempio del pitone, dove Beatrice e Paola si sono sottoposte al rito della foto con un pitone al collo.
Siamo ripartiti percorrendo la strada degli schiavi sino alla Porta del non ritorno, spiaggia sull'Atlantico da dove sono partiti circa tre milioni di schiavi. Dapprima vediamo il monumento eretto a memoria di questo dramma e, quindi, anche quella che dieci anni fa è stata definita la Porta del ritorno, a ricordo di coloro che liberati dalla schiavitù sono riusciti a tornare nella terra natia.
Una giornata semplice anche perché la stanchezza di due settimane in giro per il Benin ed il Togo si fa sentire. Il nostro grande amico Bachirou ci ha già portati in giro per oltre 3000 chilometri e, quindi, non possiamo esagerare neanche con lui perché, grande amico di tutti, anche di coloro che lo hanno incontrato solo una volta, è troppo importante per l’attività del GMM in Africa.

20 febbraio - Sulla strada dei pescatori, dopo una semplice colazione, ci dirigiamo verso Cotonou. Lungo questi 25 chilometri di strada sterrata dentro un bosco di palme cariche di noci di cocco, incontriamo decine di bambini e, ovviamente, i pescatori che per la maggior parte non sono sulle grandi barche ma sulle spiagge da dove tirano a riva le reti portate al largo dalle imbarcazioni. Un lavoro faticosissimo e, molte volte, poco generoso nel pescato.
Qualche oggetto ricordo è d'obbligo e quindi con Paola e Beatrice ci fermiamo al centro dell'artigianato. Pranzo in un ristorante del centro, dove con piacere Bachirou e io mangiamo la “Civet de Aguti”, un piatto veramente squisito a base di roditore accompagnato da riso bollito, che ormai mangiamo da 15 giorni.
Dopo pranzo, Paola si incontra con Cathline, una ragazza belga, in Benin da tre anni per un progetto di carattere educativo e formativo con ragazzi dai 15 ai 20 anni che lavorano al Mercato generale di Cotonou, dove certamente non hanno le attenzioni e quello sguardo materno che Cathline dona loro.
Per Paola è un'opportunità di verificare se, assieme al suo gruppo di amici del “Teatro per caso”, possono offrire un nuovo apporto di creatività e quindi di sviluppo per questi ragazzi africani.
Prima di cena ci ritroviamo con Suor Maria Antonietta Marchese presso il Centro Salesiano per salutarla e raccontarle in due parole quello che abbiamo visto ed incontrato in questo breve soggiorno in Africa. Per finire la giornata, cena semplice, all'africana, ma, sorpresa, andiamo in gelateria dove con nostra meraviglia troviamo e mangiamo un ottimo gelato al pistacchio e al cioccolato. Petit tour notturno per la strade della capitale e quindi a letto nelle stanze del Sacro Cuore.
Domani sera si torna in Italia, ma prima ci permetteremo di visitare la piccola Venezia d'Africa ovvero Ganviè, alle porte di Cotonou, sperando che la piroga non si capovolga. Vedremo le ultime cose belle che quest'esperienza africana ci ha donato.
Da Cotonou per oggi è tutto,
Fabrizio

Nella foto, Beatrice e Bachirou davanti alla Porta del non ritorno.
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