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11.1.2006

Oltre le belle promesse

“Il 2006 deve essere l’anno del passaggio dalla promesse alle azioni concrete” lo ha detto Jeffrey Sachs, consigliere speciale delle Nazioni Unite per il Progetto del Millennio, riferendosi all’impegno preso dai paesi ricchi di raddoppiare i loro aiuti per le nazioni povere. “Se si manterrà fede agli impegni, ci saranno abbastanza risorse per colmare la penuria di cibo; combattere la malaria, l’Aids, la tubercolosi e altre malattie mortali; costruire infrastrutture fondamentali e aiutare i paesi impoveriti a iniziare a risalire la china” ha continuato Sachs in una conferenza tenuta ieri a Nairobi a cui oggi i mass media del continente danno un grande risalto, riportando ampi stralci del suo discorso. Ma se i miliardi di dollari promessi non saranno concretamente stanziati, ha aggiunto, milioni di persone moriranno. L’esperto Onu, direttore del cosiddetto ‘Millennium Project’ con cui si mira a dimezzare la gravità delle peggiori piaghe socioeconomiche nel mondo entro il 2015, visiterà in questi giorni sei nazioni africane per presentare alcune delle iniziative di sviluppo dimostratesi di maggior successo. Nel suo discorso, Sachs ha puntato il dito contro le inefficienze e le mancanze dei paesi donatori, ricordando che in pochi assolvono a tutti gli impegni presi e che, comunque, questi aiuti possono essere male indirizzati e qualche volta più utili ai donors che ai paesi poveri. Ad esempio, se dalle donazioni provenienti dagli Stati Uniti – ha detto Sachs - si tolgono le spese per i consulenti statunitensi e il costo delle derrate alimentari acquistate dai contadini Usa, vedremmo che “meno di un penny per ogni 100 dollari arriva all’Africa”. Secondo l’esperto ed economista americano, che è anche direttore del ‘Center for international development’ dell’università di Harvard, gli aiuti dovrebbero andare solo dove ci sono garanzie di trasparenza e buona gestione: “non dovremmo firmare assegni in bianco né credere di governare i paesi al posto dei loro rappresentanti” ha detto, riferendosi sia al problema della corruzione sia al finanziamento di progetti poco congruenti. Per l’inviato Onu esiste una strategia di “investimenti scientificamente fondati” - di cui è un esempio il ‘villaggio del millennio’ realizzato in Kenya che l’Onu vorrebbe ‘esportare’ in altre realtà - consistente in soluzioni pratiche e razionali che “non implicano assegni in bianco né atteggiamenti paternalistici”. Dopo il Kenya, il viaggio si Sachs proseguirà in Malawi, Mali, Ghana, Nigeria e Senegal. (Misna)
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