L’altro richiamo riguarda le disuguaglianze tra uomo e donna. Scrive il Papa nel messaggio: "Penso allo sfruttamento di donne trattate come oggetti e alle tante forme di mancanza di rispetto per la loro dignità”. Nella seconda parte del testo, si introduce “l’innovativo concetto” – così definiti dal cardinale Martino – di ecologia della pace, che stabilisce che “chi ha a cuore la pace deve tenere sempre più presenti le connessioni tra l’ecologia naturale, ossia il rispetto della natura e l’ecologia umana su cui organizzare la società”.
Il Papa fa riferimento anche al problema dell’energia e dei rifornimenti energetici, rivolgendo il suo pensiero ai Paesi che “vivono in una situazione ancora pre-industriale e il loro sviluppo è impedito dal rialzo dei prezzi dell’energia dovuto a questa nuova corsa”. "Che ne sarà di quelle popolazioni? – si chiede il Papa - Quale genere di sviluppo o di non-sviluppo sarà loro imposto dalla scarsità di rifornimenti energetici? Quali ingiustizie e antagonismi provocherà la corsa alle fonti di energia? E come reagiranno gli esclusi da questa corsa?".
Nella terza parte del messaggio della giornata mondiale – che ha per tema “Persona umana, cuore della pace” - Benedetto XVI richiama gli Organismi internazionali e, soprattutto, le Nazioni Unite, a farsi paladini della promozione dei diritti umani, promozione che deve trovare la sua ispirazione costante nella Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948, definita come “impegno morale assunto dall’umanità intera”. Benedetto XVI ritorna anche quest’anno sul valore del diritto umanitario internazionale, “disatteso nel conflitto che ha avuto per teatro il Libano e dalle inedite modalità di violenza e di guerra messe in atto dalla minaccia terroristica” afferma Martino. “Dinanzi agli sconvolgenti scenari di questi ultimi anni – scrive il Papa - gli Stati non possono non avvertire la necessità di darsi delle regole più chiare, capaci di contrastare efficacemente la drammatica deriva a cui stiamo assistendo”. Per Benedetto XVI, la guerra “rappresenta sempre un insuccesso per la comunità internazionale ed una grave perdita di umanità. Quando, nonostante tutto, ad essa si arriva, occorre almeno salvaguardare i principi essenziali di umanità e i valori fondanti di ogni civile convivenza, stabilendo norme di comportamento che ne limitino il più possibile i danni e tendano ad alleviare le sofferenze dei civili e di tutte le vittime dei conflitti”.
Infine un “preoccupato richiamo” contro la corsa al nucleare: "La via per assicurare un futuro di pace per tutti è rappresentata non solo da accordi internazionali per la non proliferazione delle armi nucleari, ma anche dall'impegno di perseguire con determinazione la loro diminuzione e il loro definitivo smantellamento - scrive ancora il Papa -. Niente si lasci di intentato per arrivare, con la trattativa, al conseguimento di tali obiettivi! È in gioco il destino dell'intera famiglia umana!” (Misna)