31.07.2010
I ragazzi di Komiguea
Mahougnon ha dodici anni, è orfano di madre e non ha mai conosciuto il padre. Per alcuni anni ha vissuto con uno zio in totale precarietà, senza alcun sostegno per andare a scuola, finché è scappato di casa. Yahovi ha cinque anni. I genitori si sono separati e se lo contendono. Ora è stato affidato al Centro “Notre Dame du refuge” di Komiguea, dove anche Mahougnon, che vi era già stato all'età di 4 anni, è tornato.
Insieme ad altri undici ragazzi fra i cinque e i quindici anni, Mahougnon e Yahovi vengono assistiti e seguiti nello studio presso l'istituto diretto da circa un anno e mezzo da Morgane Revel, l'assistente sociale francese che ha rilanciato dopo un periodo di difficoltà il Centro, a suo tempo costruito con il sostegno del GMM.
Presso il Centro, che fa capo all'Arcidiocesi di Parakou, nel nord del Benin, vengono accolti ragazzi in situazione di forte disagio familiare che, alle volte, hanno anche avuto esperienze di carcere minorile. L'obiettivo è quello di accompagnarli nel reinserimento nella famiglia d'origine o, più frequentemente, in altre famiglie disposte ad accoglierli.
A “Notre Dame du refuge” viene anche svolta un'attività agricola con finalità sia educative che di autosostentamento. “La stagione delle piogge è in generale iniziata dolcemente – scrive Morgane in un messaggio al GMM - ma perlomeno ci ha permesso di iniziare con le coltivazioni (mais, riso, fagioli, ed igname in settembre). Speriamo che i raccolti siano sufficientemente buoni da permetterci di nutrire almeno in parte i nostri bambini”.
I problemi non mancano. Anche sotto il profilo economico, la gestione del Centro di Komiguea è sempre un'impresa. Dice ancora Morgane: “Lavoriamo duramente nel tentativo di proseguire questo progetto, indispensabile per permettere a questi bambini di ritrovare una vita normale. Facciamo tutto il possibile per lavorare con le famiglie per ristabilire la loro situazione, in vista di un reinserimento dei ragazzi. Per altri, siamo in cerca di famiglie che li accolgano a Parakou, ma è un compito difficile”.
Morgane conclude il suo messaggio con un saluto al GMM ed ai benefattori che, attraverso le adozioni a distanza, contribuiscono al suo mantenimento: “Céline (la cuoca) e Kondé (l'agricoltore), insieme a tutti i bambini, si uniscono a me nel ringraziarvi moltissimo per il vostro sostegno. Il Centro vi deve molto”.
Nelle foto: i ragazzi del Centro “Notre Dame du refuge” di Komiguea e, sotto, Morgane Revel con Alpidio Balbo.
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