03.03.2021
GMM, 50 anni per l’Africa
“Cinquant’anni di impegno missionario per l’Africa sono un traguardo importante, ma il primo pensiero, in questo anniversario, non è per le molte cose buone e belle che, grazie al sostegno di benefattori ed enti pubblici, abbiamo potuto realizzare. È, piuttosto, per il tanto che ancora resta da fare per riportare la speranza in situazioni spesso drammatiche, provocate anche dal diffondersi del Covid-19 in aree con sistemi sanitari fragili”. Lo afferma Alpidio Balbo, fondatore del GMM “Un pozzo per la vita”, nel cinquantesimo anniversario dall’inizio della sua attività missionaria in Africa.
Era il 4 marzo del 1971, quando Alpidio Balbo arrivò per la prima volta a Bohicon, nell’attuale Benin, dopo una vacanza sulle spiagge del Togo per riprendersi dalle conseguenze di un grave incidente stradale. In quei pochi giorni, fu messo a confronto con la drammatica realtà africana. Da quel viaggio è nata un'opera di solidarietà che, partendo da Merano, ha coinvolto centinaia di persone in tutta Italia.
Il vescovo di Bolzano Bressanone, Ivo Muser, in un messaggio per la ricorrenza esprime un “sentito ringraziamento ad Alpidio Balbo, che da mezzo secolo dedica la sua vita alla carità in Africa. Lo ringrazio anche per il suo entusiasmo, la sua energia e la sua determinazione che in tutti questi anni hanno contagiato tante benefattrici e tanti benefattori a non chiudere gli occhi davanti alle sofferenze del mondo e a praticare quella preziosa carità che non fa notizia”.
Come il vescovo Muser anche alcuni vescovi del Benin hanno ricordato l’anniversario. Nella sua azione in Africa, infatti, l’organizzazione di volontariato meranese ha sempre avuto come interlocutore privilegiato la chiesa cattolica locale, tra gli attori principali dell’opera di promozione dello sviluppo dell’uomo e della società in quel continente. Nei messaggi inviati dall’arcivescovo di Parakou, Pascal N’Koue, e dai vescovi di N’Dali, Martin Adjou, di Abomey, Eugène Cyrille Houndekon, e di Natitingou, Antoine Sabi Bio si sottolinea, fra l’altro, che “stiamo vivendo un tempo segnato dalla sofferenza dovuta ad un inaspettato virus che fino ad oggi continua a seminare terrore nel mondo e ciononostante, il GMM non ha smesso di essere una luce di speranza per tante persone, soprattutto quelle più fragili e deboli in un contesto mondiale in cui ognuno pensa solo a se stesso”.
Nella foto: Alpidio Balbo in Benin
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