22.11.2005
Fao: la fame continua ad uccidere
Nell’ultimo decennio è sensibilmente aumentato il numero delle persone a rischio per carestia e malnutrizione, che uccidono ogni anno sei milioni di bambini: lo sostiene il rapporto sullo ‘Stato alimentare nel mondo’ diffuso dal Fondo Onu per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao).
Il mancato impegno dei Paesi industrializzati per gli Obiettivi del Millennio dell’Onu – essenzialmente quello di dimezzare la povertà entro il 2015 - ha fatto salire a 852 milioni le persone che soffrono la fame nel pianeta, di cui 815 vivono nel Sud del mondo. Devastante l’impatto nella regione dell’Africa sub-sahariana che nell’ultimo decennio ha visto crescere da 170 a 203 milioni gli individui colpiti dalla mancanza di generi di prima necessità con una tendenza in progressivo aumento. “Se ognuna delle regioni in via di sviluppo continuerà su questa strada solo il Sudamerica e i Caraibi raggiungeranno gli Obiettivi del Millennio” ha detto l’appena riconfermato direttore della Fao, Jacques Diouf, secondo cui “le chiavi” per permettere al Sud del mondo di raggiungere un livello soddisfacente si riassumono in “meno sussidi ai produttori nordamericani ed europei” e “più aiuti ai Paesi poveri”. Il 75% delle persone che soffrono la fame abita nelle zone rurali, eppure “negli ultimi 20 anni le risorse all’agricoltura dei Paesi poveri sono diminuite del 50%, anche se qualche segnale di inversione si intravede, come dimostra la decisione dell’Unione Africana di aumentare del 10% la percentuale dei budget nazionali destinata allo sviluppo rurale” ha aggiunto Diouf. Il rapporto Fao sottolinea inoltre che epidemie come Aids, malaria e tubercolosi colpiscono più duramente le persone sotto-alimentate, sebbene soprattutto i bambini sotto i cinque anni continuino a morire per malattie facilmente curabili, come la dissenteria o la polmonite. “Ridurre la fame deve diventare la forza motrice per il progresso e la speranza, perché migliorare l’alimentazione adeguata significa migliorare la situazione sanitaria, favorire l’accesso all’istruzione, ridurre la mortalità infantile e materna e dare alle donne più strumenti” ha sottolineato Diouf. Secondo la Fao è necessario agire su due fronti: investire per rafforzare la produttività, rafforzare le infrastrutture e aumentare i redditi e mettere a punto programmi mirati per l’alimentazione delle madri e dei neonati. “La fame è un affronto alla dignità umana, tollerarla è una violazione dei diritti umani, combatterla è un imperativo morale” ha concluso Diouf. (Misna)
Il mancato impegno dei Paesi industrializzati per gli Obiettivi del Millennio dell’Onu – essenzialmente quello di dimezzare la povertà entro il 2015 - ha fatto salire a 852 milioni le persone che soffrono la fame nel pianeta, di cui 815 vivono nel Sud del mondo. Devastante l’impatto nella regione dell’Africa sub-sahariana che nell’ultimo decennio ha visto crescere da 170 a 203 milioni gli individui colpiti dalla mancanza di generi di prima necessità con una tendenza in progressivo aumento. “Se ognuna delle regioni in via di sviluppo continuerà su questa strada solo il Sudamerica e i Caraibi raggiungeranno gli Obiettivi del Millennio” ha detto l’appena riconfermato direttore della Fao, Jacques Diouf, secondo cui “le chiavi” per permettere al Sud del mondo di raggiungere un livello soddisfacente si riassumono in “meno sussidi ai produttori nordamericani ed europei” e “più aiuti ai Paesi poveri”. Il 75% delle persone che soffrono la fame abita nelle zone rurali, eppure “negli ultimi 20 anni le risorse all’agricoltura dei Paesi poveri sono diminuite del 50%, anche se qualche segnale di inversione si intravede, come dimostra la decisione dell’Unione Africana di aumentare del 10% la percentuale dei budget nazionali destinata allo sviluppo rurale” ha aggiunto Diouf. Il rapporto Fao sottolinea inoltre che epidemie come Aids, malaria e tubercolosi colpiscono più duramente le persone sotto-alimentate, sebbene soprattutto i bambini sotto i cinque anni continuino a morire per malattie facilmente curabili, come la dissenteria o la polmonite. “Ridurre la fame deve diventare la forza motrice per il progresso e la speranza, perché migliorare l’alimentazione adeguata significa migliorare la situazione sanitaria, favorire l’accesso all’istruzione, ridurre la mortalità infantile e materna e dare alle donne più strumenti” ha sottolineato Diouf. Secondo la Fao è necessario agire su due fronti: investire per rafforzare la produttività, rafforzare le infrastrutture e aumentare i redditi e mettere a punto programmi mirati per l’alimentazione delle madri e dei neonati. “La fame è un affronto alla dignità umana, tollerarla è una violazione dei diritti umani, combatterla è un imperativo morale” ha concluso Diouf. (Misna)
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