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28.02.2010

Diario di viaggio 8: l'ospedale di N'Dali

La verifica dello stato di avanzamento dei lavori all'ospedale di N'Dali è una delle ragioni che ci ha portato fin qui. Insieme a mons. Martin Adjou, promotore del progetto che segue personalmente, visitiamo il cantiere e l'area su cui è prevista la realizzazione di un centro agricolo.
Come spesso accade, c'è una notizia buona ed una cattiva. La cattiva è che i lavori non hanno fatto grandi passi avanti dall'ultimo sopralluogo di Alpidio Balbo in novembre. Il complesso si estende su un terreno di circa 20 ettari di proprietà della diocesi, qualche chilometro fuori dalla città, ed è articolato in blocchi separati, in cui è previsto che trovino posto, oltre agli uffici amministrativi, i reparti di cardiologia, chirurgia con sala operatoria, stomatologia, otorinolaringoiatra, gastroenterologia, oculistica, maternità e ginecologia, pediatria, radiologia ed un laboratorio d’analisi.
I diversi blocchi sono già buon punto, ma, dopo un primo intervento lo scorso autunno, il ministero della sanità del Benin ha fermato tutto per poter effettuare le verifiche necessarie ai fini della concessioni delle autorizzazioni sanitarie. Ben due equipe di tecnici hanno lavorato nei mesi di gennaio e febbraio e la conclusione è stata che sono necessari alcune modifiche per far sì che la struttura ospedaliera corrisponda agli standard fissati dal ministero. Si tratta di interventi per lo più interni, di facile realizzazione, ma alcuni dovranno interessare anche la struttura, come nel caso del reparto di chirurgia, dove il ministero vuole che siano realizzate anche delle camere per il ricovero post-operatorio.
“Probabilmente, nella fase di progettazione abbiamo sottovalutato alcuni aspetti – ammette mons. Adjou – ma gli esperti inviati dal ministero ci hanno anche detto di essere rimasti favorevolmente impressionati da quel che stiamo facendo. Mi hanno detto che qui abbiamo dato inizio a qualcosa di speciale e che le indicazioni che ci hanno dato hanno l'obiettivo di far sì che tutto sia fatto nel migliore dei modi”.
Le modifiche richieste, ovviamente, comportano costi ulteriori, ma – e questa è la buona notizia – mons. Adjou non è rimasto con le mani in mano. Si è rivolto al Bureau de la coopération suisse presso il Consolato svizzero di Cotonou che, dopo aver consultato il ministero della sanità del Benin, ha assicurato i finanziamenti necessari a realizzare i nuovi interventi. L'impegno del GMM, che anche di recente ha ricevuto donazioni importanti per l'ospedale di N'Dali, non viene, dunque, meno, ma resterà comunque nell'ambito del budget originario.
Sospesi i lavori nei padiglioni ospedalieri, sono, però, proseguiti quelli per la cappella dell'ospedale, mentre sono state realizzate le strade ed installati i pali di recinzione per il centro agricolo. Si tratta di un'area di 70 ettari, già acquisiti dalla diocesi, che sarà destinata a colture ed allevamenti che garantiranno l’autosostentamento dell’ospedale.
Se non c'è dubbio che le previsioni iniziali sui tempi di realizzazione siano state troppo ottimistiche, resta il fatto che l'ospedale sia un'opera importante per la regione di N'Dali e per la sua popolazione. Ci crede il governo del Benin, che altrimenti non avrebbe la possibilità di realizzare direttamente una simile struttura; ci crede il GMM che conferma il proprio sostegno al giovane e dinamico vescovo della più giovane diocesi del Paese; ma cominciano a crederci anche gli imprenditori della zona se è vero, come ci viene detto, che è già cominciata la corsa per accaparrarsi le aree adiacenti il complesso ospedaliero, destinato a diventare anche un motore per l'economia locale.
Giuseppe Marzano

Nelle foto, Mons. Martin Adjou e Alpidio Balbo nel cantiere dell'ospedale di N'Dali (sopra) e, sotto, uno dei blocchi del complesso e la cappella.
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