31.01.2010
Combattere la lebbra
"Sviluppare e rafforzare le necessarie strategie di lotta alla lebbra, rendendole più efficaci e capillari soprattutto dove il numero dei nuovi casi è ancora elevato": è l'appello alla comunità internazionale lanciato dal presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, Mons. Zygmunt Zimowski, nel messaggio per la 57a Giornata mondiale dei malati di lebbra, che si celebra oggi.
Secondo i dati più recenti dell'Organizzazione Mondiale della Salute, "nel 2009 sono stati registrati oltre 210mila nuovi casi di lebbra. I Paesi che risultano più colpiti sono in Asia, nell'America Meridionale e in Africa. L'India presenta il maggior numero di persone affette seguita dal Brasile".
Nel messaggio si ricorda che la Giornata, istituita da Raoul Follereau, non è solo un'occasione di riflessione, "ma è innanzitutto una giornata di solidarietà con i fratelli e le sorelle che ne sono affetti”. Mons. Zimowsky, citando l'esempio dello stesso Follereau e di tanti altri enti e persone di buona volontà, invita a questo proposito a non "trascurare le campagne di educazione e di sensibilizzazione in grado di aiutare, le persone affette ed i loro familiari, ad uscire dall'esclusione e ad ottenere le cure necessarie".
L'Arcivescovo Zimowski conclude il messaggio ringraziando di cuore “le Chiese locali e le varie realtà religiose, missionarie e non, per quanto già fatto da tanti di loro, consacrati e consacrate, laici e laiche”, oltre all’Organizzazione Mondiale della Sanità, associazioni e organizzazioni non governative anti-lebbra, i numerosi volontari e tutte le persone di buona volontà che si dedicano alla cura dei malati di lebbra “restituendo loro la dignità, la gioia e la fierezza di essere trattati da essere umani”.
Nella foto, il lebbrosario "St. Camille" di Abomey in Benin.
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