16.02.2011
Chaddad di nuovo in Italia
Sette anni fa, Chaddad Daouda aveva rischiato di morire per un’infezione, conseguenza di un incidente di gioco nella sua città, a Parakou, in Benin. Adesso Chaddad, per iniziativa del GMM, è tornato in Italia per riprendere le cure che gli consentiranno di tornare a muoversi quasi normalmente.
La vicenda risale al 2004, quando Chaddad aveva 12 anni. Si era fratturato il ginocchio destro giocando a calcio. Operato all’ospedale di Parakou, la ferita si era infettata gravemente ed i medici ritenevano di poterlo salvare solo amputandogli la gamba. Alpidio Balbo, in tutta fretta, organizzò il trasferimento di Chaddad in Italia e lo portò a Padova dove, per un periodo di tre anni, il ragazzo fu sottoposto agli interventi ed alle cure necessarie che gli salvarono la vita, ma non gli restituirono l’uso completo della gamba destra, danneggiata dalla prima operazione subita in Benin e rimasta più corta della sinistra.
Ora, con la consulenza del prof. Roberto Nardacchione, primario del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico di Abano Terme, e del dott. Augusto Rovini, chirurgo dello stesso reparto, che avevano seguito il caso in occasione del primo soggiorno di Chaddad in Italia, il GMM ha organizzato il ritorno del ragazzo nel nostro Paese. Il 17 febbraio, Chaddad, che oggi riesce a camminare solo zoppicando vistosamente, sarà operato all’ospedale di Montecchio Maggiore (Vi) dall’equipe del dott. Enrico Castaman, cominciando così un periodo di cure e terapie di almeno due anni, grazie alle quali recupererà, almeno parzialmente, l’uso della gamba destra ed una maggiore autonomia.
Nella foto, Chaddad, oggi diciannovenne, con Alpidio Balbo.
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