13.01.2010
Bloccati in Marocco
Partiti a metà dicembre a bordo del loro fuori strada, per un nuovo viaggio attraverso l'Africa e con un carico di medicinali per le missioni del GMM in Benin, i meranesi Aldo Pellati e Christine Burkia sono bloccati al confine tra Marocco e Mauritania: i pericoli legati alla presenza di bande che prima di Natale hanno rapito due italiani, potrebbero costringerli ad interrompere il loro viaggio.
Christine e Aldo sono partiti il 15 dicembre. "Ripercorreremo – avevano annunciato via email - un itinerario già fatto nel 1989. Così dopo 20 anni torneremo in: Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Senegal, Burkina Faso, Malì, Togo, Benin, Ghana".
Durante la prima fase del loro viaggio, in Mauritania, ai confini col Mali, un commando armato ha rapito il siciliano Sergio Cicala e sua moglie, la burkinabè, Philomene Kabouree, fatto che ha costretto i due meranesi ad una riflessione. Il 30 dicembre erano ad Agadir in Marocco: "Il nostro programma – hanno scritto - è di scendere sempre verso sud attraversando i paesi dell’Africa Occidentale. Purtroppo le notizie non sono molto confortanti, tra la Mauritania e il Mali operano diverse bande che i mezzi di informazione definiscono terroriste, pochi giorni prima di Natale hanno rapito due viaggiatori italiani e prima di loro tre spagnoli e un francese".
Nei giorni scorsi sono arrivati vicino al confine con la Mauritania. Ecco le loro riflessioni inviate sempre via email insieme alle foto di questa pagina:
"Siamo a Dakhla e ancora non abbiamo preso nessuna decisione riguardo al proseguo del nostro viaggio. Mercoledì 06.01 rimpinguiamo le scorte alimentari e di gasolio e alla fine concludiamo che andremo verso il confine della Mauritania, li decideremo il da farsi.
Troppe cose ci portano a proseguire il viaggio.
Le visite alle missioni di Albidio Balbo, i medicinali che trasportiamo e che vorremmo arrivassero a destinazione, prelevare e riportare in Italia dei campioni di terra del Benin che saranno analizzati per determinare quale tipo di coltura sia più adatta.
Abbiamo comunque deciso che se proseguiremo non ci aggregheremo ad altri mezzi perché la cosa diventerebbe troppa appariscente.
Se varcheremo il confine del Marocco, la prima notte in Mauritania sappiamo già dove trascorrerla al sicuro, la seconda è un po’ più problematica, bisognerà come sempre nasconderci dietro una duna cancellando le tracce ed evitando di usare di notte le nostre luci. In Senegal la sicurezza migliorerà".
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