Prosegue il viaggio in Benin di Fabrizio Arigossi, Paola Marcello e Beatrice Zanella, che hanno fatto tappa a Natitingou.
13 febbraio - Ore 7, messa in lingua locale, una delle 72 presenti in questo piccolo stato africano, piccolo sì, ma particolarmente avvincente e provocatore. Perché provocatore? Perché il primo sussulto che hai nel cuore dopo averlo iniziato a conoscere è l’impeto di fare tutto, di mettere mano a tutte le risorse che possono esserci, di coinvolgere questo e quest’altro, di dire di si a tutte le innumerevoli richieste d’aiuto e poi, poi ti accorgi che, se sei serio, non è tanto il fare quanto l’aver chiare le ragioni per cui fare e questo impone innanzitutto un paragone dentro dei rapporti umani che ti sostengono e non ti lasciano mai.
Per queste ragioni è importante ritornare qui, a 40 gradi e con la polvere anche nelle orecchie, perché le ragioni diventino sempre più chiare e la forma della condivisione del bisogno, prenda la forma che il bisogno stesso suggerisce. Scusate, oggi comunque noi abbiamo fatto giustamente festa e per questo abbiamo fatto visita al parco naturale del
Pendjari dove elefanti, leoni, gazzelle e tanti altri animali hanno “sfilato” per noi.
Ora a letto e domani nuovamente a
Natitingou dove il Vescovo e il responsabile della Caritas ci attendono.
14 febbraio - Lasciato il Pendjari ci ritroviamo a Natitingou dove, per prima cosa, incontriamo Padre Denis Le Pivain, responsabile della Caritas diocesana, e Padre Donato (vice direttore). Visionato il Centro giovanile cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dal GMM e che sarà inaugurato a breve (si attendono solo gli arredi), qualche foto al pozzo per l’acqua potabile che è in fase di realizzazione assieme al “castello d’acqua” (torre piezometrica per la distribuzione dell’acqua a pressione nelle varie strutture del Centro giovanile) e, quindi, verificati i documenti per la doverosa rendicontazione ai benefattori, un arrivederci a presto e via sotto la doccia prima della cena con Paola, Beatrice, Bachirou ed il vescovo Mons. N’Koue.
Sembrerebbe una giornata leggera ed invece non è proprio così. Comunque, c’è stata una novità: per la prima volta ho vissuto qualche ora in Africa con soli 25 gradi. Dopo una bella pioggia durata circa un’ora, il fresco è calato su di noi, ma, cosa ancor più particolare, la terra bagnata con tutta la vegetazione, emava un profumo che ricorda vagamente il tabacco aromatizzato da pipa. È proprio particolare l’Africa e, a dire il vero, merita tutta la nostra attenzione.
Domani,
N’Dali e Ouenou ci attendono. In verità, attendono ancor più Beatrice che, ai 90 bambini ospitati al Centre St. Marie, ha dedicato due mesi della sua vita. Pensate che “Tata Bea” (così la chiamano i bambini) ha chiesto ai suoi genitori, come regalo di laurea, di venire in Africa e aiutare i bambini dei centri che il GMM sostiene da alcuni decenni, ma questa è un’altra storia meravigliosa.
Ciao a tutti
Fabrizio
Nelle foto: Il centro giovanile di Natitingou; Paola Marcello e Beatrice Zanella nel Parco del Pendjari con Bachirou.