20.2.2014 - Rientrato in Italia dal Benin, il presidente del GMM, Roberto Vivarelli, racconta uno dei momenti più commoventi della visita alle opere sostenute nel Paese africano: l'incontro con i bambini dell'orfanotrofio dei Santi Innocenti di Natitingou.
Una delle esperienze più positive del viaggio in Benin è stata la visita all'orfanotrofio dei Santi Innocenti della diocesi di
Natitingou. Decine di bambini ti saltano addosso appena varchi la porta, si percepisce il loro bisogno di essere abbracciati, di avere un contatto fisico con gli adulti. Si tratta di bambini che, in realtà, nella maggioranza dei casi, non sono veri orfani, ma sono bambini che nei villaggi della zona, dove prevale la religione animista, sono destinati a morte certa ("a ritornare alla natura", dicono loro) perché nati podalici, con anomalie e malformazioni o perché nel parto hanno provocato la morte o danni alla madre.
I parroci dei paesi vicini o le suore delle missioni riescono a recuperarli in tempo, evitandone la morte e li portano in questo orfanatrofio, gestito da sette suore e da alcune donne volontarie che si prestano ad accudire i bambini, soprattutto i neonati, dando loro il latte, cambiandoli e lavandoli.
L'impressione che si ha, comunque, è di bambini felici, sereni, anche palesemente desiderosi di adulti che stiano loro vicino. L'orfanatrofio è una delle opere storiche guidate da padre Antoine Sabi Bio, sacerdote molto noto a Merano, reggente della diocesi in attesa della nomina di un nuovo vescovo. L'istituto attualmente ospita 86 bambini, 45 dei quali sotto i 4 anni. I più grandicelli frequentano la vicina scuola primaria, aperta dalla diocesi perché altrimenti i bambini senza famiglia non avrebbero la possibilità di pagare la retta per la scuola pubblica.
Qui abbiamo avuto uno degli incontri più toccanti del viaggio: il 22 gennaio (giorno di San Vincenzo) nel piccolo villaggio di Budè, parrocchia di Tobrè, è nato un bambino, chiamato appunto Vincenzo, completamente privo delle braccia. Ha le ossa delle scapole, ma nessuna attaccatura delle braccia. Per il resto, è assolutamente normale. Padre Antoine ha chiesto al GMM di essere in futuro le braccia di questo bambino. Non si può ancora sapere come lo si potrà aiutare dal punto divista medico, ma certamente possiamo dire che in noi Vincenzo le braccia le ha trovate.
Roberto Vivarelli
Nelle foto la visita all'orfanotrofio di Natitingou (Foto Press Arigossi)