Der Verantwortliche des GMM, Fabrizio Arigossi, ist zur Zeit im Benin unterwegs, um sich mit den Verantwortlichen einiger Diözesen zu treffen und den Fortschritt der Arbeiten bei einigen Projekten zu verfolgen. Mit von der Partie sind die Meranerin Beatrice Zanella, die schon seit einigen Monaten im Benin ist, und die Fotografin, Paola Marcello, auch sie Meranerin.
Eindrücke über ihre ersten „Afrikatage“ haben sie in einem Tagebuch festgehalten.
7 febbraio – Il viaggio inizia con la visita, a
Cotonou, al nunzio apostolico, mons. Michael Blume, tappa importante a cui non si può mancare anche in preparazione del prossimo viaggio che il GMM farà in Benin, in novembre, in occasione della visita di Papa Benedetto XVI.
Al Centro di salute ‘’Selome” a
Bohicon, ritroviamo con piacere suor Nadia Gbaguidi, dottoressa e direttrice del centro che il GMM ha deciso di sostenere con la realizzazione del nuovo reparto radiologico, che comprenderà anche un'aula d'igiene, una sala mortuaria, un deposito farmaceutico, due uffici e diversi servizi igienici. Il complesso, che sarà attrezzato con apparecchiature donate dall’Asl di Bassano del Grappa e dall’Asl Alto Adige, verrà ultimato entro un anno permettendo di offrire un servizio diagnostico per immagini ad alto livello e quindi capace di ridurre la mortalità infantile in questa zona.
Da alcuni giorni suor Nadia è aiutata da Beatrice Zanella, neo laureata meranese che ha deciso di vivere la post laurea in Africa per tre mesi aiutando in varie forme i bambini di cui si è attorniata con la sua dirompente umanità. Riabbracciata Beatrice e salutata suor Nadia ci dirigiamo alla volta di Davougon, presso
Abomey, al Centro San Camillo, uno dei lebbrosari presenti ancora in Benin. Anche questa opera umanitaria è da sempre sostenuta dal GMM e con Beatrice e Paola abbiamo modo di incontrare dapprima il direttore e, quindi, accompagnati da Ciryac e Clemence (cooperante francese) diversi ammalati e convalescenti del centro. Un luogo carico di sofferenza ma allo stesso modo pieno di speranza per molti anche grazie all'umanità con cui Ciryac, Clemence e Pere Serge vivono il loro lavoro e la loro vita.
Visita di cortesia ma soprattutto di gratitudine a mons. Nestor Assogba, vescovo emerito di Abomey che da sempre è legato al GMM come pochi altri vescovi dell'Africa occidentale. Partiti da Abomey, ci dirigiamo a Parakou dove sappiamo che ci attendono numerosi incontri con religiosi e missionari che solleciteranno l’aiuto del GMM.
8 febbraio - Come da previsioni, ci ritroviamo sul tavolo di Maison Sant Isidore una serie di richieste d'aiuto. Tra queste spicca la richiesta di sostegno per la realizzazione di un piccolo, ma importantissimo centro informatico a Bagou per dare la possibilità ad alcune decine di giovani di entrare nel mondo dell'informatica e quindi in una diversa prospettiva di vita. Terminati i primi colloqui mattutini, arriviamo al Centro diagnostico Santa Maria di Parakou dove, sopra il grande cancello d'ingresso, è stato posizionato un grande cartellone retroilluminato con in bella evidenza il nome del Gruppo Missionario Merano, che, ha finanziato la costruzione del centro con l’aiuto di tanti benefattori ed il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano e dell'Asl Alto Adige.
Nel pomeriggio di oggi visita al carcere di Parakou dove Beatrice e Paola fanno per la prima volta ingresso in una prigione che sicuramente non ha spazi vuoti; la densità è pari ad una persona adulta ogni 0,4 metri quadri. Le parole non sono sufficienti a descrivere il luogo e i volti di questi uomini che seppur colpevoli di vari reati, piccoli e grandi, si ritrovano privati oltre che della libertà anche della dignità che ogni essere vivente porta con sè fin dalla nascita.
Usciti da uno dei gironi dell'inferno dantesco, Padre Bernard Toha, responsabile della Caritas diocesana di Parakou, nonché grande amico del GMM, ci porta a far visita al centro di di accoglienza di Komiguea e qui troviamo Morgane, Bruno e Ines che lavorano e condividono la vita con 17 bambini dai 4 ai 15 anni. Uno spettacolo di bellezza umana; nei loro volti, nelle loro parole, nella semplicità e allo stesso tempo nella chiarezza del lavoro che ogni giorno li attende e quindi nel riconoscimento dell'importanza dell'educazione, nonché dell'istruzione quale primo fattore di sviluppo della persona nella sua integrità.
Cena a casa Daouda con tutti figli di Bachirou ed Ivette oltre ad altri 10 bambini ospiti di “Maison Ivette”, casa di accoglienza sostenuta dal GMM alle porte di Parakou.
Foto: Fabrizio Arigossi mit Hochwürden Blume; Paola Marcello, Beatrice Zanella und Schwester Nadia Gbaguidi; der Eingang des Diagnosezentrums „Sancta Maria“ von Parakou.