Letzte Etappe der Afrikareise von Fabrizio Arigossi, Paola Marcello und Beatrice Zanella: in Togo haben sie den Combonimissionar Gaetano Montresor getroffen (leider war es ihnen nicht möglich, von dort ihren Bericht zu senden).
17 febbraio - Oggi abbiamo fatto più di 500 chilometri, da Parakou a
Tabligbo in Togo, dove ci attendeva Padre Gaetano Montresor, comboniano, in Africa dal 1984.
Il viaggio è stato lungo e faticoso per il caldo e le strade disastrate; in Benin come i Togo i tempi di percorrenza per 500 chilometri non sono certo quelli italiani o europei. L'ultimo tratto di strada dal confine a Tabligbo, circa 50 chilometri, sono un buco dietro l'altro senza interruzioni.
Bachirou, il nostro instancabile e bravissimo autista (ma più che autista è un collaboratore più che affidabile del GMM) ci ha portato in questo stato africano dove, per entrarvi, abbiamo dovuto sottostare ad una lunga procedura d'ingresso con una serie di visti che hanno riempito un'intera pagina del passaporto.
La povertà anche qui non scherza, ma grazie anche alle opere dei Comboniani e della Chiesa in generale, ci sono dei luoghi e dei volti che aiutano lo sviluppo delle persone, a piccoli passi, con i ritmi africani e con la pazienza che ho imparato dev'essere uno degli ingredienti base per la buona riuscita di qualsiasi lavoro qui.
Il Gruppo Missionario Merano da decenni aiuta anche le missioni in Togo e domani andremo a visitarne alcune conoscendo così un'altra piccola parte di quel grande lavoro che Alpidio Balbo e tutto il GMM hanno fatto.
18 febbraio - Ore 5,45, chiesa parrocchiale di Tabligbo, messa in lingua locale. Con mia grande sorpresa, in chiesa ci sono più di 50 persone che partecipano alla messa con i canti tradizionali. Finita la messa, si fermano a parlare tra loro, giovani, vecchi, donne e uomini che da li a poco sarebbero andati al lavoro, un bel modo per iniziare una giornata che solo alle 5 di mattina è fresca (28 gradi).
Dopo colazione Padre Gaetano ci porta in giro per la grande parrocchia di Tabligbo (parola che significa “testa che rotola”) e ci fa vedere le opere sostenute dal GMM. Quindi, andiamo a Godjienme dove la nostra amica Cristina Bortolotti di Bolzano, da anni, sostiene il dispensario intitolato a suo marito Graziano. Incontriamo molte persone e tra queste anche uno dei catechisti della parrocchia con il quale, come consuetudine, ci fermiamo qualche minuto per bere una birra o una coca cola assieme ad altri operai che lavorano nei “cantieri” dei comboniani.
Breve visita anche ad una delle piccole scuole di professionali che forma sarte e parrucchiere. Qui impariamo un'altra cosa, ovvero che come segno di accoglienza ci viene offerta dell'acqua e quindi dobbiamo per rispetto bere l'acqua che normalmente non berremmo (un sapore di muschio intenso), ma probabilmente il nostro stomaco si sta abituando e questo ci fa anche piacere.
I comboniani, in Togo, lavorano veramente tanto e negli anni hanno creato molte infrastrutture e contemporaneamente fatto sviluppare moltissime persone. Una bella esperienza che sicuramente potrebbe essere utile a tanti nostri benefattori e anche ai soci del GMM.
Un saluto a tutti,
Fabrizio
Foto: Kinder längs der Straße – Bruder Gaetano Montresor in einer Klasse der Combonischule in Tabligbo.